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Io (non) leggo perché... Un questionario sulla lettura tra i giovani del Vco.



L’idea del seguente questionario è nata da una chiacchierata con un docente appassionato del liceo di Verbania il quale ci ha raccontato come avesse chiesto ai suoi studenti di motivare il perché leggessero oppure no. Discutendo insieme delle risposte e dei possibili sviluppi dell’indagine, abbiamo pensato di estendere la ricerca alle classi che saremmo andati ad incontrare durante i nostri laboratori di promozione della lettura del progetto LiberaMente per l’anno scolastico 2017-18.

Durante il primo incontro del laboratorio, un po’ per “rompere il ghiaccio” coi ragazzi, era una prassi consolidata di ragionare su che rapporto avessero con i libri e con la lettura, abbiamo dunque provato a rendere sistematica l’idea del docente verbanese, chiedendo a tutti i ragazzi di tutte le classi incontrate di rispondere al quesito “io leggo (o non leggo)” e spiegarne le ragioni.

Prima di dare in mano loro un foglio su cui scrivere la risposta, abbiamo chiesto ai ragazzi di disporsi lungo una linea immaginaria lungo la quale si sarebbero disposti in base al loro rapporto con i libri e la lettura: all’estrema destra i lettori molto forti, appassionati, nel mezzo i lettori occasionali mentre all’altra estremità quelli più refrattari. Il momento era alquanto ludico, ma anche funzionale per stimolare una ri-disposizione degli studenti in uno schema che per loro fosse inusuale. Erano i ragazzi stessi spesso a correggersi reciprocamente, mentre cercavano di trovare il loro posto lungo il continuum tra lettori e non lettori.

Una volta sistemati abbiamo consegnato loro un foglio bianco su cui rispondere semplicemente alla domanda io leggo o non leggo e perché; i ragazzi avrebbero inoltre dovuto indicare un libro letto che avrebbero preso con sé, se avessero dovuto lasciare la Terra per un altro pianeta e avessero potuto portare con sé un solo oggetto. Gli “allergici” alla lettura avrebbero potuto indicare anche un film in alternativa.


Prima di analizzare l’esito, una precisazione: non era un questionario chiuso, a risposta multipla. Abbiamo dato letteralmente ai ragazzi carta bianca per cui si chiedeva loro unicamente di fermarsi a riflettere su una determinata pratica.

La risposta libera ha comportato una grande varietà di esiti: praticamente ciascuno dei circa 750 fogli raccolti era diverso dall’altro. Perciò le risposte più simili sono state accorpate per arrivare ad avere circa 40 occorrenze, le più frequenti e significative delle quali sono diventate parole chiave che, opportunamente definite, ci sembra possano sintetizzare al meglio la variegata gamma di risposte.

Le parole chiave individuate sono le seguenti:

Rilassamento: io leggo perché mi rilassa, per il benessere emotivo. Ad es. mi rilassa e mi isola dal mondo (ma dev'essere di mia spontanea volontà)


Divertimento: per il piacere di ciò che trovo nelle storie. Ad es. perché mi dà delle emozioni.


Fuga: la lettura come momento principalmente di evasione dalla realtà, spesso vissuta come fonte di problemi: mi piace immergermi nella lettura e talvolta dimenticare il mondo attorno a me e immaginare un nuovo mondo. Oppure: Per sentirmi meno sola.


Immedesimazione: per vivere le vite dei protagonisti: mi piace sentirmi dentro le storie narrate e mi piace riconoscermi nei personaggi e nelle loro avventure.


Cultura: risposte di coloro i quali mettono in luce primariamente l’utilità della lettura: voglio allargare i miei orizzonti.


Qualità: risposta di coloro che evidenziano, nella loro scelta di lettore oppure no, come discrimine il fatto di poter leggere qualcosa che piace particolarmente. E’ una risposta condizionata dalla qualità, soggettivamente intesa, del prodotto editoriale. Questa risposta accomuna lettori e non lettori: chi legge perché trova in un genere la sua strada (e legge solo quello, spesso Fantasy o titoli seriali) chi invece non lo fa, perché non riesce a trovarlo (o magari non sta nemmeno cercando..): leggo poco perché un libro mi deve catturare fin dall'inizio altrimenti con il passare del tempo lo lascio sul comodino.


Obbligo: un'autorità (genitori o insegnanti) impone la lettura. E’ la risposta di chi evidenzia la costrizione per la lettura. Difficile definire se si tratta veramente di un lettore o no. Pertanto rimane a metà della nostra tabella.


Rifiuto: molte risposte di non lettori erano contrassegnate con un laconico non mi piace; la motivazione sottesa era frequentemente legata alla preferenza ad altre attività: la lettura è in sub-ordine nelle preferenze: ho altri interessi che preferisco (videogiochi, TV, Netflix, musica, sport)


Altre attività: la lettura è in sub-ordine rispetto ad altri passatempi, come sopra per “rifiuto” non viene tuttavia in questo caso enfatizzato il rifiuto quanto la mancanza di tempo da dedicare alla lettura che appunto viene in subordine rispetto ad altre attività: pratico molto sport e non ho tempo.


Respingimento: è in contrapposizione all'immedesimazione che viene riscontrata da molti lettori. Accomuna le risposte in cui il rifiuto è pressoché assoluto ci sono risposte tipo: perché mi fa schifo ma anche: perché dopo aver studiato è l'ultima cosa che mi viene in mente da fare.


Noia: leggere è percepito come un’attività noiosa, spesso a prescindere dal libro che si sta affrontando: perché leggo 15 pagine e poi mi annoio. Forse pigrizia? Mancanza di un’educazione alla lettura?


Inadeguatezza: chi non legge perché fa troppa fatica o proprio non ce la fa: Perché non riesco a mantenere la concentrazione oppure: non riesco a capire quello che c’è scritto.


Inutilità: dulcis in fundo: chi non legge perché proprio lo reputa tempo perso: quanti alberi sprecati…

Va infine precisato il contesto in cui si è svolto il questionario: i giovani ragazzi hanno risposto l’uno a fianco all’altro con la possibilità di spiarsi a vicenda perciò talvolta le risposte sono molto simili, frutto di un rapido confronto, qualche copiatura o di una risposta collettiva.

Ecco il riepilogo generale dei dati raccolti e suddiviso per le tre classi con le quali si sono svolti i laboratori.

Per quanto concerne l’altro lato del foglio, quello su cui si chiedeva di indicare un libro, o al limite un film, che avrebbero salvato dall’apocalisse, i risultati sono illustrati nelle tabelle seguenti.

Ovviamente in questo caso l’analisi è più semplice perché non abbiamo dovuto sviscerare i dati, ma soltanto riportare le preferenze dei ragazzi. Quello che riscontriamo è l’incidenza nell’immaginario dei ragazzi della saga di Harry Potter che stacca decisamente nelle preferenze la serie de Il Diario di una schiappa e i titoli di Geronimo Stilton.

L’indicazione del film da salvare è stata espressa da ragazzi che nell’altro verso del foglio avevano scritto “io non leggo perché”, il risultato è il seguente:


Per quanto concerne la domanda: “io (non) leggo perché” abbiamo scoperto analizzando i dati che esistono una serie di sfumature di lettori deboli, distinti dai non lettori assoluti (coloro i quali non leggono un libro all’anno al di là dei motivi di studio) che occupano una quota non proprio trascurabile dei dati. Le motivazioni del leggere poco sono spesso dovute all’incapacità e/o alla pigrizia di trovare il libro o il genere più confacente ai gusti personali. Un altro dato che ci sembra rilevante è di coloro i quali evidenziano una fatica nel leggere se non l’incapacità.


Certo il nostro campione è trascurabile, si tratta in tutto di circa 750 opinioni raccolte in un ambito ristretto, la provincia del Vco, ma senza dubbio la strada dell’educazione alla lettura (verso i suoi contenuti, i suoi generi e vuoi anche la fatica del leggere) è ancora lunga.

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